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Finalmente, credo di essere riuscita, per la prima volta in assoluto, a seguire il suggerimento di Silvia Kaster, figura ormai nota ai miei lettori, ombra di questo progetto editoriale e salvatrice dei miei articoli. 

“Sii breve, mi raccomando, una pennellata”, queste sono le parole che risuonano nelle mie orecchie e mi chiedo quando vadano d’accordo con la mia logorrea non diagnosticata (mi rifiuto di avere una diagnosi ma i miei dubbi a riguardo permangono e nel frattempo persevero nel trasformare questa mia particolarità in scrittura, o messaggi iper lunghi agli amici). Devo ammetterlo, questa per me è certamente una sfida. Ma questa volta ce l’ho fatta, in fondo si tratta di catturare l’essenza e l’emozione del momento piuttosto che tracciare ogni dettaglio minuzioso, proprio come le pennellate rapide e decise degli impressionisti. 

Dopo questa premessa, ritorno al mio ultimo articolo, che mi ha fatto capire come cominciassi a legare alcune emozioni ai miei scritti. E le emozioni, di fronte ad un cambio di passo, possono variare, dalla paura e l’incertezza per l’ignoto, alla speranza e all’eccitazione per nuove opportunità. A questo proposito, la parola pivot casca a fagiuolo. Pivot è quel modo di dire che indica un cambiamento radicale, una svolta rispetto a un’idea inizialmente molto convincente e sulla quale si erano prese decisioni importanti e spesso investito molto budget. 

Sembra che Vinted fosse sul punto di chiudere e che il fondatore, con gli ultimi fondi disponibili, avesse lanciato una campagna per il mercato francese, spostando l’attenzione da quello tedesco, su cui si erano concentrati fino a quel momento. Ecco un esempio di pivot, fatto all’ultimo momento! Talvolta abbiamo questo tipo di sensazioni anche rispetto ai progetti, soprattutto quelli che ci hanno più motivato, fino ad un certo punto. Ma fare pivot è un momento di crescita, non di rinuncia. 

Credo di essere anche io in una fase di pivot del mio percorso di newsletter e articoli e non so che direzione potrebbe prendere esattamente, anche se ho qualche idea. Penso anche che sia necessario fare un pivot su alcuni concetti sociali dati per scontati, come ad esempio quelli contenuti in questo libro che sto leggendo Tutto sull’amore di bell hooks, che consiglio. 

Guardare la copertina di questo libro mi ricorda che l’altro giorno ho rimesso in discussione la mia amicizia con chi me l’ha regalato. Forse il concetto di pivot si applica anche ai rapporti personali, ricordandomi come nelle startup questi cambiamenti siano spesso caratterizzati da una forte carica emotiva. E la delusione è inevitabile.

Ma si spera che si tratti di quella delusione di quando si lascia una strada ormai troppo battuta, per dirigersi verso nuovi orizzonti. All’inizio, il percorso può sembrare faticoso e poco invitante, ma ci offre la possibilità di diventare finalmente più liberi.

With love,

S.M.

Silvia Manduchi

J’écris, donc je pense. Je pense, donc j’écris. Un cercle (pas si) vicieux.

Silvia Manduchi